Talk

Sabato 8 giugno   Sala Conferenze
ore 10.00  Inaugurazione
ore 16.00  "Il Portfolio fotografico" a cura della Fiaf, Relatore Mariano Fanini
Domenica 9 giugno  Sala Conferenze
ore 13.30  "I processi unici fotografici" a cura di Domenico Nardozza
ore 14.30 "Neuroscienze, Arte e Fotografia" a cura di Alessandro Comandini
ore 15.30 "Itagliani" presentazione libro di Mario Vintari
ore 18.30  Assegnazione Premio Coex:  Miglior Progetto d'Autore

"Il Portfolio fotografico"



A cura della Fiaf
Presenta Mariano Fanini
www.fiaf.net
“Il “Portfolio fotografico” è un insieme coerente di fotografie finalizzate ad esprimere un significato, ovvero un concetto reso manifesto non solo in virtù del contenuto delle singole componenti ma anche grazie alla loro felice concatenazione” (Fulvio Merlak, Presidente d’Onore FIAF)
Dopo averne sinteticamente delineato l’evoluzione storica, si parlerà della costruzione del portfolio fotografico, analizzando le fasi della sua realizzazione, partendo dal presupposto che “i soggetti delle singole foto e il modo scelto dal fotografo per rappresentarli e ordinare le immagini in sequenza, utilizzando il valore espressivo degli accostamenti, devono essere in grado di comunicare con logica e chiarezza l’idea scelta dal fotografo, e cioè il significato del Portfolio”
Mariano Fanini - Bio
Nasce a Roma nel 1955 e risiede ad Albano Laziale; è presidente del Foto Club Castelli Romani e Delegato Regionale FIAF del Lazio
Fotografa dall’inizio degli anni ’80, ha al suo attivo mostre personali e collettive, collaborazioni con attività editoriali; ha frequentato workshop con: Mario De Biasi, Giorgio Lotti, Ferdinando Scianna, Giovanni Marrozzini, Augusto Pieroni, Nicola Nunziata, Rosa Maria Puglisi.
E’ stato Docente DAC Dipartimento Attività Culturali della FIAF, ha frequentato i corsi di Giurato FIAF, ha partecipato al seminario DAC sulla lettura e valutazione della Fotografia e alle Giornate di Studio organizzate dal DAC “dalla foto singola al Portfolio”.
È stato giurato in numerose giurie di concorsi fotografici patrocinati FIAF e non, ha partecipato come lettore a tavoli di letture portfolio
FIAF – Federazione Italiana Associazioni Fotografiche ETS
A Torino, il 19 dicembre 1948, in un’Italia in pieno fervore ricostruttivo, veniva fondata la “Federazione Italiana Associazioni Fotografiche” (FIAF).
Lo scopo era quello di divulgare e sostenere la fotografia amatoriale in tutto il territorio nazionale, creando un’associazione di circoli senza fini di lucro, dove le parole, le fotografie, le amicizie ripagassero anche umanamente la comunità dei fotoamatori, volenterosi non solo di fare buone immagini, ma anche di essere testimoni del proprio tempo.
In oltre tre quarti di secolo la FIAF non ha cambiato il suo originale intento e, passo dopo passo, è andata crescendo numericamente e qualitativamente. Oggi annovera circa 5.000 associati e circa 500 fotoclub affiliati, tramite i quali raggiunge, con i propri mezzi informativi, oltre 40.000 utenti che nutrono interesse per il mondo della fotografia. Oggi la FIAF è un Ente del Terzo Settore - ETS
Se la sede amministrativa è stata mantenuta a Torino, dal 2005 il polo culturale è presso il Centro Italiano della Fotografia d’Autore – CIFA – di Bibbiena, straordinario fulcro di idee e progetti innovativi per stare non solo al passo con i tempi di una fotografia ormai globalizzata, ma anche per precorrerli.
FIAF è oggi un’associazione moderna, dinamica e vicina ai propri associati perché su di essi pone la propria ragione di essere. Sua grande forza è la rete di tutti coloro che vi operano a vario titolo, mettendo disposizione le molteplici competenze culturali, fotografiche ed organizzative verso tutti gli appassionati che fanno della fotografia la loro vera, grande passione di vita.
Alla FIAF è stato unanimemente riconosciuto l’aver fatto la storia della fotografia amatoriale italiana, dalla sua fondazione nell’immediato dopoguerra, lungo tutto il ‘900, sino ai giorni nostri, quelli della postfotografia, facendosi trovare sempre pronta a monitorare ed interpretare i vari processi culturali attraversati nelle diverse fasi storiche.
Adesso, come un tempo, la Federazione è in grado di offrire ai propri iscritti, anche tramite rapporti unici ed esclusivi, tutto il supporto necessario sia per il raggiungimento della consapevolezza autoriale sia per l’arricchimento culturale, nell’ottica della crescita personale e collettiva a vantaggio di tutto l’ambiente nel quale si trova ad operare.
I talk tenuti da docenti, relatori e fotografi di grande esperienza, in presenza e su piattaforme di videoconferenza, i progetti collettivi nazionali, le manifestazioni di lettura portfolio e audiovisivi, i canali Social che propongono cultura, amplificandola in rete, le mostre presso le Gallerie FIAF dislocate sul territorio nazionale e quelle presso il CIFA di Bibbiena, i concorsi ed una vasta proposta editoriale sono il frutto sinergico delle competenze tra varie professionalità, a completa disposizione dei soci.

"Processi unici fotografici"

A cura di Domenico Nardozza
www.facebook.com/domenico.nardozza

Dagherrotipo, Ambrotipo e Ferrotipo

  1. Introduzione all’identificazione dei primi processi unici fotografici.
  2. Premesse storiche alla nascita della fotografia e la fotografia in stretta relazione con il ritratto.
  3. Dagherrotipo informazioni sulla tecnica e suo riconoscimento.
  4. Ambrotipo informazioni sulla tecnica e suo riconoscimento.
  5. Ferrotipo informazioni sulla tecnica e suo riconoscimento.
  6. Illustrazione con oggetti della propria collezione.
Domenico Nardozza - Bio
Nasce a Roma nel 1959. Nel 1982 inizia ad interessarsi di fotografia e nel 1984-1985 frequenta un corso di sviluppo e stampa e composizione presso lo Studio Fotografico il Diaframma di Roma. Prosegue il suo percorso passando al digitale ed alla elaborazione delle immagini con i programmi Photoshop e Lightroom.
Appassionato di storia della fotografia, nel 2009 partecipa, in collaborazione con l’Università di Padova, ad una campagna di mappatura delle postazioni italiane nel deserto egiziano durante la seconda guerra mondiale.
Dal 2012, Domenico Nardozza collabora con l’Associazione Fotografica Controluce di Montecompatri (Roma) sia nella realizzazione di pubblicazioni divulgative dell’area dei Castelli Romani che in attività volte alla promozione e alla valorizzazione della fotografia sul territorio. Nel 2013 espone presso la Scuola Romana di Fotografia. Iscritto FIAF dal 2018 al 2023 e attualmente collabora con l’Associazione Fotografica Camera Creativa di Pavona (Roma). Le sue immagini sono rivolte spesso al territorio, sia rurale che urbano nel corso della sua trasformazione con uno sguardo all’uomo ed al suo relazionarsi all’ambiente. Domenico Nardozza si laurea in Beni Culturali (L-1) presso l’Università di Roma Tor Vergata il 22 maggio 2019 con la votazione di 106/110. Il sottoscritto consegue la Laurea Magistrale in Scienze dell’Informazione, della Comunicazione e dell’Editoria (LM-19) presso l’Università di Roma Tor Vergata il 19 maggio 2023 con la votazione di 106/110.
Domenico Nardozza con la propria collezione di fotografie d’epoca partecipa al progetto “CENSIMENTO FOTOGRAFIA” Censimento delle raccolte fotografiche in Italia. Progetto del Ministero della Cultura, dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione e del Centro Italiano per la Fotografia e con il sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del MIC, della Regione Piemonte e della Fondazione CRT di Torino. 
http://www.censimento.fotografia.italia.it/

"Neuroscienze, arte e fotografia"

Un approccio scientifico alla realtà visuale
A cura di Alessandro Comandini
www.alessandrocomandiniphoto.it

Finalità dell’intervento: il seminario avrà l’obiettivo di fornire elementi di base della neurofisiologia della visione e della neuroestetica, applicati alla fotografia, al fine di accrescere la consapevolezza dei meccanismi neurofisiologici con cui guardiamo e creiamo le immagini 
Argomenti trattati: 
·         Cosa è la neuroestetica
·         Cenni di fisiologia della visione
·         La corteccia Visiva
·         Vedere vs Fotografare
·         Vedere i volti
·         L’ambiguità
·         La bellezza
Alessandro Comandini - Bio 
Medico oncologo, impegnato nella ricerca clinica, ha iniziato a fotografare da bambino e, da allora, non ha più smesso.
Nel corso degli anni ha approfondito lo studio della fotografia come mezzo di introspezione ed espressione della propria identità. I suoi lavori sono stati esposti in diverse mostre, personali e collettive, ed sono stati oggetto di pubblicazioni sia cartacee che on-line.
La sua formazione scientifica, abbinata alla passione per la fotografia, lo ha portato ad approfondire le tematiche relative alla visione e rappresentazione della realtà alla luce delle più recenti scoperte delle neuroscienze.


"Itagliani"

Libro fotografico di Mario Vintari
A cura di Mario Vintari
www.mariovintari.it

Prefazione di Settimio Marcelli
“Il fotografo saccheggia e insieme conserva,
denuncia e insieme consacra.”
Susan Sontag, Sulla fotografia
Chissà se Mario Vintari si riconoscerà in questa definizione di Susan Sontag. Visto che lo conosco da tempo immemorabile, credo di sì, ma, proprio perché lo conosco, so che poi, mentre sfogliamo insieme le foto pubblicate in questo volume, non potrà trattenersi e comincerà a spiegarmi che quando scatti una foto, specie se stai riprendendo delle persone, tu fermi quell’istante, ciò che quelle persone sono in quel preciso momento. Non devi avere la pretesa di raccontare tutta la vita di quelle persone. Eppure, in quell’istante puoi rivelare tante cose su di loro. Tutto dipende dallo spirito con cui ti accosti a loro. Dal modo in cui gli rivolgi il tuo sguardo.
Ecco, proprio di questo io gli parlerei, sfogliando le foto di questa raccolta, del suo sguardo. Per rispondere alla domanda che non possiamo fare a meno di porci di fronte alla pubblicazione di un libro fotografico. Ce n’era veramente il bisogno? Siamo inondati dalle immagini. Per la strada, al cinema, in televisione, sui pc, sugli smartphone. Dovremmo vivere a occhi chiusi per sfuggire alle immagini che riempiono ogni attimo della nostra giornata. Perché dovremmo aggiungere anche queste a tutte le altre?
Intanto perché non compaiono su di uno schermo, ma le possiamo materialmente prendere tra le mani come qualcosa di reale, sentire tra le dita il loro spessore, la loro concretezza, anche il loro peso. Uscire quindi, almeno per qualche minuto, dalla evanescenza degli schermi per farne un’esperienza concreta. E di cosa, con le foto di Mario Vintari, facciamo esperienza? Della straordinaria diversità che caratterizza le persone che abitano questa piccola porzione di mondo che è l’Italia.  Gli “Itagliani” con quella lettera “g”, a cui si possono dare mille significati, ma tutti riconducibili a uno, che si può definire come l’appartenenza al popolo delle persone normali, riprese in momenti banali o eccezionali, ma pur sempre autentici.
Non mi sono perso per strada. Tutto questo mi serviva per arrivare al punto decisivo, quello da cui sarei partito parlando a quattr’occhi con Mario. Lo sguardo. Di reportage in cui si raccolgono ritratti di persone impegnate nelle loro attività quotidiane ce ne sono tanti. Cosa distingue questo dagli altri? Quello che nella definizione di Susan Sontag manca. La condivisione. Lo sguardo di Mario Vintari non giudica. Attraverso l’esperienza di un attimo crea una testimonianza comune. Del soggetto che offre qualcosa di sé all’obiettivo della fotocamera, perché non si tratta di foto rubate. Del fotografo che in una ruga, un sorriso, un’acconciatura, coglie anche qualcosa di sé. C’è complicità in queste foto. Non quella complicità che sconfina nell’omertà, piuttosto la consapevolezza che si sta facendo qualcosa insieme. Una foto. Niente di più, ma neanche niente di meno. Un momento di realtà.
Ad accentuare questo effetto di realtà è il bianco e nero, che riduce tutto all’essenziale, senza tuttavia rinunciare alle sfumature. Non che non si possano fare cose egregie con il colore, ci mancherebbe. Eppure, fateci caso, l’uso del colore indica con precisione quando una foto è stata scattata. Dalle antiche tinte pastello delle immagini colorate a posteriori, a quelle che oggi ci paiono sbiadite degli anni Settanta, fino all’estrema raffinatezza delle foto digitali. Una foto in bianco e nero, invece, può essere stata scattata in qualunque momento, almeno nell’ultimo centinaio di anni. Per questo, quando guardiamo un ritratto in bianco e nero, siamo più attenti a capire cosa ci sta dicendo la persona fotografata. Cosa il fotografo, con il suo sguardo, ci ha voluto comunicare. Uno sguardo che, nel caso di Mario Vintari, non giudica bensì condivide.


Presentazione di Mario Vintari
Perche fare un libro fotografico su gli Italiani? Da molto tempo la macchina fotografica è il mio sguardo, spesso e volentieri realizzo ritratti, li prendo in prestito dal mondo in cui vivo, che e' fatto dalla gente che incontro, i personaggi, piu o meno consapevoli dei miei racconti fotografici, ma anche presi dai miei lavori, dai miei reportage di viaggio, e dalle mie tante allucinazioni. Sicuramente sarebbe velleitario pensare di raccontare, come in un catalogo, un popolo. Io mi sono divertito, negli anni, a creare una raccolta di ritratti piu o meno ambientati, di persone che in qualche modo rappresentassero situazioni, atteggiamenti, mestieri, espressioni, modi di vivere, di ridere di fingere, ecc. , rimaste, come dei pesci , impigliate nella rete della mia curiosita'. Per tenerle insieme tra di loro, ho cercato di annullare, con la scelta del B/N, le differenze temporali ( questa sorta di ricerca va avanti da piu di 15 anni). Con la scelta di realizzare un libro fotografico, ho pensato a come metterle insieme, impagginandole seguendo l'idea di affiancarle in base a similitudini, assonanze, che secondo la mia analisi, emergevano dalle immagini stesse. Questa galleria di ritratti, è soltanto la visione, decisamente di parte, molto soggettiva e parziale, dove l'unico dato veramente oggettivo e inconfutabile, e' il fatto che, tutti i personaggi rappresentati ,sono ITAGLIANI. In conclusione due considerazioni: la prima riguarda il titolo, voleva essere un effetto letterario, che facesse colpo e creasse una sorta di interesse sul libro. In seguito ho realizzato che invece questa scelta era coerente con la mia idea di appartenenaza, e quella che ho di nazione e popolo. La seconda, riguarda la foto qui a fianco, che e' un po un incipit di questo lavoro, il mio modo di riaffermare la parzialita' della visione fotografica, e di conseguenza, esptimere tutte le scuse, rivolte alle migliaglia di opportunita che la scelta di una fotografia ci ha impedito di fare.
Mario Vintari - Bio
Mi chiamo Mario Vintari. Nasco a Roma il 31 marzo del 1956, Ariete ascendente Bilancia.
Ho frequentato la Facoltà di Storia e Filosofia presso l'Università La Sapienza di Roma.  Nel 1979 inizio la professione, come collaboratore del fotografo di scena Enrico Appetito (fotografo di Alberto Sordi).
Dal 1985 al 1992 gestisco con altri due fotografi lo Studio-laboratorio di stampa professionale “Emmecolor”, specializzato in foto industriale, di moda e di cerimonia .  Nel 1993 apro lo studio fotografico Le Photo”.
In quegli anni curo la fotografia per alcuni stilisti, tra cui Gigi Pari di Rimini, Cobra di Roma, ecc.
Nel 2000 partecipo e vinco il concorso “Le Logge” nell'ambito della manifestazione internazionale Toscana Foto Festival di Massa Marittima con il lavoro “Pianeta Termini”. Li conosco e inizio a frequentare il maestro Franco Fontana.
Da questo rapporto scaturisce, fra le altre cose, una mostra collettiva ,dal titolo “Quelli di Franco Fontana”. 
Dal 2001 al 2006 espongo lavori fotografici in varie città, Soligheto(TV); Massa Marittima(GR); Frosinone; Roma; Milano; Albano Laziale (RM); Torino, ecc. Ho collaborato con diverse testate giornalistiche ( tra cui l’Espresso, ed.Mondadori, ed. Cioè, ecc.); per alcuni anni ho collaborato con la rivista PM, curando una mia rubrica. 
Da anni sono impegnato nella fotografia con finalità sociale, collaboro con organizzazioni impegnate sopratutto nell'ambito della disabilita intellettiva
Special Olympics (programma internazionale sportivo per persone con disabilità intellettiva), con cui abbiamo realizzato il libro fotografico “I Can”, presentato nel 2006 da Giorgio Armani.
L'AIPD Roma (Ass. Italiana Persone Down) con cui ho realizzato i loro ultimi 5 calendari, fotografando insieme ai ragazzi/e con sindrome di Down, molti personaggi famosi dello sport e del mondo dello spettacolo e della cultura, come il prof. Umberto Veronesi, il regista Ferzan Ozpetek, Francesco De Gregori, Lino Banfi,Andrea Lo Cicero, il cuoco Gianfranco Vissani, il grande Nicola Pietrangeli, l'attore Marco Giallini, e tanti altri.  
Nel 2013 ho ricevuto dalla FIAF l'onorificenza AFI (Artista della Fotografia Italiana).  In questi anni ho partecipato a diversi progetti fotografici tra cui:
Napoli vita, morte e miracoli, mostra fotografica all chiesa di “San Severo al Pendino”, con il patrocinio del comune di Napoli - I Misteri di Trapani mostra fotografica al “Museo Diocesano” di Albano Laziale - 'Na Gita ai Castelli, mostra fotografica alle “Scuderie Aldobrandini” a Frascati

Premio Coex 2024

A cura di Monica Bisin e Stefania Pascucci

Anche quest'anno collegato alle esposizioni della sezione Progetto d'autore  ci sarà il premio sotto descritto.
Tutti gli autori che esporranno concorreranno al  PREMIO MIGLIOR PROGETTO D'AUTORE.
La giuria   composta da: 
Mariano Fanini:  Delegato Fiaf per la Regione Lazio
Giò Tarantini:  Fotografo professionista e Docente Nikon School
Serenella Stefani:  Esperta di fotografia
selezionerà il  MIGLIOR PROGETTO  che vincerà un Buono per la partecipazione alla Sezione Progetti d'Autore del Coex 2025.