Progetti d'autore

Autori:
Apertura mostra Bruno Madeddu                       Matteo Groppi
Angela Marano              Giuseppe basile             Monica Bisin
Barbara Businaro           Ida Di Pasquale            Monica Zorzi
Domenico Summa         Laura Visigalli               Nella Tarantino
Elisabetta Nottola          Letizia Lencioni            Ornella Latrofa   
Flavia Carbonetti            Marco Romualdi           Rino Rossi
Giorgio Busignani           Maria Maiorino
            Ruggero Ruggieri
Giovanni Firmani             Mario Vintari               Stefano Gliozzi
Girolamo Mingione         Marzia Bernini            Stefania Pascucci

Bruno Madeddu

SPECIAL DANCE
Motivo del Progetto: Danza oltre le barriere del corpo. 
Ho sentito il bisogno di raccontare, con queste ed altre immagini, le esperienze creative e le sessioni di formazione di un'associazione che si occupa dell'inserimento dei disabili nel tessuto sociale, per superare preconcetti e barriere mentali.
Le fotografie, come incoraggiamento per provocare una riflessione, una risonanza emotiva.
Un piccolo ma intenso reportage sulla danza, usata come impulso per la comunicazione, l'espressione e quindi per la relazione, che spinge il corpo a diventare uno strumento un mezzo materiale sempre più docile al movimento che è soprattutto "movimento dell'Anima”.
Moving Dance è un metodo e una forma di danza che nasce ufficialmente nel 2000 come sintesi della somma delle esperienze maturate negli anni da Marcella Gambino. È rivolto a tutti, abili e disabili, e può essere praticato a qualsiasi età e si sviluppa attraverso un dialogo fisico che cerca e persegue il coinvolgimento di tutti sensi; si basa sulla fiducia e sul rispetto, sulla fluidità e sull'equilibrio reciproco.


Angela Marano

CASA SENZA CAPELLI. BELLEZZA SENZA NUMERI 
Progetto culturale fotografico/performativo "CASA SENZA CAPELLI. BELLEZZA SENZA NUMERI"  
Fotografia Angela Marano Performance e Testo Fabrizia Olimpia Ranelletti 
 Trittico temporale Divina ricerca visiva focalizzata sulla capsula del tempo: sognato,capovolto,travisato e trascorso. Dietro allo zero.

Barbara Businaro

LUOGHI DELL’ANIMA
“Luoghi dell’Anima” nasce nel momento in cui i miei silenzi iniziano a raccontare. Sono luoghi invisibili che solo il nostro IO conosce, luoghi dove mettiamo a nudo la nostra anima, luoghi dove possiamo esprimere le nostre emozioni, luoghi dove sentiamo il bisogno di fuggire dalla realtà. Troppe volte ci si ritrova a rimanere in silenzio, fermi, senza nessuna via di scampo, e sono in questi momenti che io corro in questi luoghi per raccontare i miei pensieri. E qui, esce tutto di me. A volte ci entro per riflettere, altre volte per cercare quella luce che non arriva mai, altre ancora per scappare da una vita che mi soffoca, altre per ribellarmi. E poi ci sono i momenti per le lacrime, le risate, le parole mai dette, che spesso non si ha mai avuto il coraggio di dire, le insicurezze, le paure. Ho rappresentato questi luoghi con la danza, perché attraverso di essa riuscivo a scrivere con la luce ciò che sentivo e provavo dentro di me. Mi ci specchio in pieno, sia nei movimenti, dove tutto è nel caos, sia in quei momenti fermi, riflessivi, in quei momenti di chiusura. Questo progetto nasce da uno stato d’animo in tormento, un’anima chiusa in un corpo, un corpo che non può fare niente se non stare fermo ad aspettare, ma con un’anima che vorrebbe parlare, che vorrebbe correre, che vorrebbe esplodere di emozioni, che vorrebbe danzare. Ecco questi sono i miei “Luoghi dell’Anima” Ringrazio infinitamente ASD Tersicore Danza e tutte le sue splendide ballerine, che attraverso i loro movimenti, hanno reso possibile questo mio progetto così intenso e vissuto… i miei “Luoghi dell’Anima”

Domenico Summa

RAPPRESENTAZIONE DI DONNA
Il progetto nasce dalla mia casuale attenzione a un gioco di riflessi creatosi su una vetrina di un Atelier di abiti da sposa. Un viaggiatore di fortuna che si imbatte nell'economia del gratis: era in quel momento il mio sentimento verso quelle visioni, che hanno preso il mio sguardo e l'hanno trasformato in scatto e memoria. Nella testa mi risuonava il brano: " Androide Mirna" di Giancarlo Onorato che narra la storia di un androide che vede passare la vita senza invecchiare. Chi invecchia sente invecchiare il mondo e le persone intorno, sente che l'universo si estingue, ma l'androide resta ancorato ai suoi giorni, resiste all'esilio dell'anima. E così mi accorsi che ciò che stavo guardando, essenzialmente un manichino, era una rappresentazione di donna ed emanava, attraverso il riflesso sui vetri, fierezza e risolutezza, energia. La fotografia favorisce gli opportunisti e quindi cominciai a fotografare la vetrina da diversi punti di vista, in orari diversi, in giorni diversi ma soprattutto con umori diversi: un’alchimia si era creata tra il mio sguardo ed i riflessi sulla vetrina.

Elisabetta Nottola

ASCOLTO INSTANBUL
Ascolto Istanbul ad occhi chiusi
Spira una leggera brezza dapprima
Lentamente oscillano
Le foglie sugli alberi
Da lontano, molto lontano
I perenni trilli degli acquaioli
Ascolto Istanbul ad occhi chiusi.

Flavia Carbonetti

DEVOZIONE 
“Quale è stato il primo pensiero di Dio” chiese il Teologo ai suoi studenti?
Ed egli subito rispose: “Dio pensò all’incarnazione del Verbo e poi creò la luce”.
“E quale fu il secondo pensiero di Dio” chiese ancora il Teologo ai suoi studenti?
Ed egli subito rispose “Il secondo pensiero di Dio fu Maria”.  
Queste otto immagini, che desiderano condurre lo spettatore dal momento dell’Annunciazione alla Beata Vergine Maria fino alla Sua Assunzione in cielo, sono solo un piccolo estratto del mio progetto a lungo termine “Devozione” frutto di una Master Class seguita con il fotografo Fabio Moscatelli. Questo mio progetto che si sta concretizzando in una pubblicazione vuole solo sfiorare l’immenso sentimento di venerazione, d’ amore e fede verso La Madre di Dio, Maria.

Giorgio Busignani

PHOTOFROST
Il progetto PhotoFrost segue la serie fotografica su alcuni laghi artificiali del Fiume Marecchia (RN) in assenza d’acqua o con poca acqua, al fine di evidenziare come il paesaggio si possa trasformare in caso di lunghi periodi senza precipitazioni.
Nella stessa porzione di territorio l’autore ha avviato un processo di osservazione della flora spontanea di piccole e medie dimensioni che cresce lungo gli argini e i sentieri e che ha portato alla realizzazione di decine di fotografie. A un primo approccio meramente indicale è seguito un processo artistico/concettuale che ha previsto il congelamento della stampa fotografica e la successiva ripresa. In tal modo il ghiaccio ha assunto il duplice significato di “conservazione delle specie”, ricordando altresì come l’acqua sia l’elemento indispensabile per la vita.
Il percorso che va dalla fotografia indicale fino a giungere alla rappresentazione iconico/simbolica, altro non è che un “pretesto” per riflettere, discutere e prendere coscienza sulla necessità stringente di salvaguardare i corsi d’acqua, attraverso interventi mirati alla conservazione degli habitat naturali, e di tutelare le risorse idriche, auspicandone un utilizzo consapevole, affinché l’acqua sia sempre disponibile per gli ecosistemi fluviali e la comunità umana.  


Giovanni Firmani

SOLITARIO ME NE VO
In un’epoca in cui le persone non hanno più volto e se ne teme perfino il respiro, mi accorgo di vagare per la città con uno spirito nuovo e diverso, ancora più alienato rispetto alle mie abitudini. Mi aggiro per le vie aggirando ciò che potrebbe essere un incontro: attenzione alle cose ma anche a svicolare persone. Lo sguardo si posa e si sofferma sulle cose. Le persone passano veloci e intangibili. Del loro passaggio non resta quasi nulla, se non un un rumore di fondo.
Di questi passaggi, che incontri non sono, percepiamo vibrazioni leggere, rumori. Fruscii, vibrazioni, frasi non sense, suoni distorti come pronunciati in una bottiglia, parole sparse, ticchettii di passi di cui resta solo la memoria dei tacchi.
Tutto ha un breve e sordo rimbombo, che ci distrae per un attimo per svanire quasi subito nel nulla. Le piazze tornano a popolarsi, ma di fantasmi che al massimo sanno lasciare la scia di un momento, un passaggio fugace che non intacca le cose.


Girolamo Mingione

SHADOWS
L’ombra come soggetto è il focus di queste immagini. Il resto – palazzi, insegne, manifesti – è corollario che esalta il nero, che lo rende necessario e lo sublima. E’ questa ombra nera che evidenzia ciò che la circonda, che rende possibile la terza dimensione naturalmente mortificata dal piano della stampa. Tra l’ombra e il resto – suo complementare nell’immagine – sembra esistere la logica del compromesso in cui una è l’evidenza dell’altro, ma è l’oscurità della prima che ha un peso maggiore, che impone la sua presenza. In un bianconero marcato e definito questo gioco di rimando vuole sottolineare la geometria e la forma, prima di tutto, quindi il pieno e il vuoto, ciò che emerge e ciò che sprofonda, cercando di produrre un ritmo altrimenti inesistente o, quantomeno, invisibile al primo sguardo.

Giuseppe Basile

LA GUANTANAMO DEGLI ANIMALI
Un tema che mi é stato sempre a cuore. Non ho mai capito, sin da bambino, perché imprigionare degli esseri viventi. In cosa consiste la superioritá dell’essere umano?


Ida Di Pasquale

E' ARRIVATO IL CIRCO IN CITTA' !
Chi da piccolo non ha sentito il megafono che annunciava l’arrivo del Circo in città?
O visto i manifesti che ne facevano pubblicità? E sui quali quasi sempre veniva raffigurato il domatore con i suoi leoni….suscitando in noi bambini curiosità mista a paura. Lo scorso anno, sotto le festività natalizie, per puro caso mi sono imbattuta nel tendone montato in prossimità del mio quartiere e sono riaffiorati i ricordi… Stavolta non sono entrata… ho preferito mantenere vivo il ricordo deI magico mondo del Circo visto da bambina.

Laura Visigalli

UNA STORIA ANCORA
“Cosa c'è da raccontare ancora?
Un' ultima storia, ancora una. Perché aprire l'album dei ricordi a volte fa male.
Ci sono tutti quegli occhi che ti guardano e tu non sai realmente dove si sono persi.
E' possibile fermare il tempo?
L' ineluttabile mutare delle cose non porta solo smarrimento?”.
'Una storia ancora' è una raccolta di racconti che si sviluppano attraverso una sequenza di immagini accompagnate da brevi testi. La narrazione si svolge a partire da una serie di ritratti realizzati con il recupero e remixaggio di fotografie vintage (1900-1960 circa). E' un progetto sulla memoria, in quanto elemento dinamico e sempre in divenire, somma e combinazione di ricordo e oblio.
Ogni fotografia porta con sé una carica di mistero. Come disse Diane Arbus, “A picture is a secret about a secret, the more it tells you the less you know.” Col desiderio di sondare quel mistero, ho iniziato a raccogliere immagini recuperate da varie fonti, prevalentemente ritratti che mostrano persone di cui non so nulla. La ricerca è iniziata dai loro sguardi e dalle loro storie dimenticate. Quei ritratti sono diventati oggetti da trasformare per ricercare un nuovo significato e contestualizzarli nel presente come atto fondativo di una memoria nuova.
I ritratti sono stati realizzati sovrapponendo e fondendo in un' unica immagine due ritagli estrapolati dalla foto originale. Ho lasciato che fosse la libera e casuale sovrapposizione dei due frammenti a comporre la nuova immagine, senza intervenire con un' intenzione predeterminata.
I ritratti originali, sezionati, ricomposti e rimessi in scena, palesano una loro capacità espressiva autonoma. Sembrano avere un potere di 'auto-svelamento' mutando di senso e diventando emozioni, racconti testuali e immagini associate.
Presento qui alcune foto estratte da tre diverse storie. 'Il treno di Polli', un racconto sull'attesa (serie di quattro foto); 'Bessi' (serie di due foto); 'Cartoline da John', un ritratto dal sapore noir (serie di due foto).

Letizia Lencioni

VENTO E LUNA
In verità nasce spontaneamente la storia, non è un progetto studiato, sono passata davanti a questa situazione per due estati intere e quasi tutti i giorni. Raccontatemi voi le storie che vedete...

Marco Romualdi

NERI D'ARTISTA
La lettura dei bianchi e dei neri in una performance di , artista contemporanea romana che interroga il mistero delle formule matematiche, tradotte in immagini proiettate a muro. Nella atmosfera di mistero si inseriscono gli astanti alla proiezione, perdendo tuttavia la loro identità diventando ombre appena intuibili, ma in grado di costituire il focus delle immagini fotografiche. La scelta del bianconero è coerente al linguaggio artistico alla base della performance indagata. Il lavoro costituisce un aspetto complementare del più ampio progetto di esplorazione del mondo artistico romano, in parte rappresentato con il progetto : Ritratto d'artista

Marco Romualdi

RITRATTO D'ARTISTA
Breve resoconto per immagini della intervista ad una artista tedesca, trapiantata a Roma da numerosi anni, che si descrive come “artista del legno”. Il progetto consiste nel rappresentare una sintesi del lavoro fotografico, teso a evidenziare le mani dell’artista come lo strumento terminale della espressione artisitica del soggetto intervistato, ripreso nel contesto del suo atelier. La scelta del bianconero è funzionale alla cifra emotiva dell’incontro tra fotografo e soggetto rappresentato.

Maria Maiorino

MONASTERO-ORFANOTROFIO DI BAGAN
Durante un viaggio in Myanmar ho visitato un Monastero-orfanotrofio nei pressi di Bagan qui vivono novizi monaci che provengono in maggioranza da famiglie povere che sperano in una vita migliore per loro, infatti, qui ricevono cibo, istruzione e assistenza sanitaria. Ho assistito al momento della preghiera e poi al holy meal il pasto principale della giornata giustamente "Santo" come appare scritto in una locandina all'ingresso laterale della sala dove avviene il pranzo. In questo luogo i novizi monaci possono giocare, guardare la tv come normali bambini perchè hanno pochi precetti da imparare ancora non hanno fatto una scelta di vita per diventare monaci e quindi dover trascorrere la giornata a studiare e a mediitare.


Mario Vintari

HOUSEWIFE ONLY 
Il fotografo racconta storie verosimili, ispirato dalla realtà
oppure inventate di sana pianta e stereotipate utilizzando simboli e a volte maschere.
La maschera forse aiuta di piu alla narrazione teatrale, alla performance.
La storia diventa una specie di copione che indica come simulare il vero.
La maschera in questa storia e' quella della casalinga (Housewife), un po stressata molto estroversa e non per ultimo, molto sola (only).
Lo scenario in cui si ambienta e' il luogo da cui deriva il suo appellativo, la casa con tutto quello che la rivela : le stanze, le luci, gli angoli, le tende, il divano, gli specchi, i mobili, ecc.
Come unica presenza in scena i suoi cani.
La colonna sonora di questa storia inventata e' il silenzio assordante di una fotografia.

Marzia Bernini

RICORDI DALL' OBLIO
Sono i ricordi che riaffiorano, a volte basta un profumo, una melodia, una canzone, un immagine. Il mio progetto si basa su questo riportare alla luce quei vecchi ricordi che ognuno di noi ha, ma che spesso vengono dimenticati. A volte basta un click per sentirli ancora vivi.

Matteo Groppi

MOSTRARSI
Il corpo della donna è da sempre oggetto di critiche, di giudizi, di confrontarsi con stereotipi irreali. Ho iniziato a lavorare con donne diverse per età e fisicità, ogni donna ha il diritto di mostrarsi, ogni donna non è perfetta, ma assolutamente stupenda, decisa, forte. Ognuna delle donne ritratte sfida l’osservatore, ognuna può essere moglie, fidanzata o madre di chi guarda, le donne reali non sono quelle sulle riviste di moda, ma sono quelle che ci accompagnano nella nostra vita


Monica Bisin

LA NATURA MI PARLA
"Lascia che la pace della natura entri in te come i raggi del sole penetrano le fronde degli alberi. Lascia che i venti ti soffino dentro la loro freschezza e che i temporali ti carichino della loro energia"
(John Muir)

Amo questa serie...pioveva e soffiava il vento ma gli alberi mi chiamavano e io non sono riuscita ad andarmene....

Monica Zorzi

STREET
L’ idea di questo progetto nasce durante il rientro dal lavoro, il percorso fino alla stazione dei treni di Mestre che, negli ultimi anni si è fatto più’ pericoloso e degradato. Street, nasce dalla rielaborazione delle emozioni e delle immagini dei quartieri meno qualificati della città. Se non vediamo nei muri rovinati degrado ma, pittura, forme, linee, gesti e colori, c’è poesia anche in una periferia. Tutto ciò che è interpretato attraverso l’immaginazione creativa può diventare arte.


Nella Tarantino

FEUILLES
Fotografie strappate alla visione 
Palpebre scucite dell’inconscio 
Spalancati gli occhi sulle macerie 
insepolte della storia 
Dal sonno dall’abisso dalla notte 
Città di tenebre violate da luci artificiali 
d’infinite fiamme elettriche 
Di torri e guglie edificate in sogno 
Volo disperato di voci perdute e volti 
che ti fissano, volti dallo sguardo cavo 
spalancato, prigioniero di visioni 
Volti riflessi di vetrine disadorne 
lampeggiano ancora sull’orlo incauto del tempo 
Nell’antico pozzo di un cortile 
Muri sgretolati e finestre sbarrate di ferro
 e ferro arrugginito dallo sguardo 
che non sa alzarsi in volo 
L’uccello più non è la foglia che s’invola 
dalla tua altezza immobile a impigliarsi
 l’ali nel cielo bianco di luce del mattino 
Albero tormentato ramo strappato 
Foglia che cade con le ali spezzate 
Luce fioca che accompagna i tuoi passi 
già cancellati sulle scale del tuo destino 
Le tue scarpe consumate 
calpestano foglie 
Foglie di sangue e neve 
Foglie di vento e pioggia 
Foglie di viali e di cortili 
Foglie di neve, foglie 
Tormenta di vento, foglie 
Pioggia di lacrime, foglie 
Pioggia fitta che cade 
e scioglie la neve 
di un’infelice primavera 
Nella Tarantino - Varsavia, 2019-2022

Ornella Latrofa

PIOVE
Piove, io anima inquieta.
Pioggia malinconica. Ritorno indietro e penso a quell’amore così intenso e vero.
Un amore ancora così desiderato. Ecco una goccia e poi un’altra.
Vedo una luce in lontananza come una lampadina stanca.
Sento quel profumo di pioggia. Vedo un campo di erba. Respiro e mi nutro dell’aria e del vento.
Sento il domani arrivare con passi nuovi.
Allora la pioggia aprirà le sue ali e mi porterà dove io potrò ancora gioire di altre piccole rughe.
E solo allora, pioggia feconda, potrò finalmente amarti.


Rino Rossi

LOOP
Immagini sonore di onirica dipendenza
(Pittografie telepatiche organizzate in amenità cromatiche) 
Lievi motivazioni ne consentono la posizione [protratta] e ne stimolano la resilienza, contaminandola. L’azzurro si perde nel fucsia quando lei si specchia in un vibrante [ritratto] di fulgida immaginazione. Eppure nulla lasciava presagire che la verde [promessa] venisse così improvvidamente disattesa. Allora il tumultuoso fracasso di un silenzioso [ritorno] si tramanda in spire arancioni dall’anacronistico potere. Un drappo viola ne cinge le delicate armonie e la riconduce alla ancestrale condizione [protetta]. Durante l’immobile transizione in giallo [trascino] lo sguardo afferrandone la rifrazione. Lana di bianco ricade sinuosa da un [pensiero] che fuoriesce dagli occhi morbidi e piovosi. Lontano, un lento movimento circolare nero avviluppa le forme in un defraudato e [profondo] vortice di sensualità. Non resta che concederle la [parola] : al fine labbra sinuose accarezzate dal rosso filo si schiudono nell’atto del verbo.


Ruggero Ruggieri

LA NOTTE MI VIENE A CERCARE
2020/2021 
" Scrivevo silenzi, notti, notavo l'inesprimibile, fissavo vertigini." 
Arthur Rimbaud 
La notte permette all'uomo di aprire gli occhi dell'anima sull'essenza profonda della realtà. 
La notte ha una valenza molto forte per me: è il momento, nelle mie fotografie,  
dell'istinto e dell'inconscio ove appaiono misteriosi i luoghi e le figure diventano ancestrali e mitologiche. 
Figure appena accennate, sfuocate, indefinite che evocano fantasmi. 
E poi momenti carichi di attese, appesi al filo della memoria. 
E ancora la natura, con i suoi disegni, che mi rimanda all'infinito. 
E' il momento della riflessione, del ritrovarsi soli con se stessi, del guardarsi con "infiniti occhi interiori". 
.Le mie paure e le mie ansie ci sono tutte e mi sfidano …  
Non so ancora se ho trovato risposte alle loro presenze


Stefania Pascucci

O.Project
Ophelia...teatro e fotografia.
Una indagine sulla figura femminile. Tra follia e lucidità, determinazione e apparente debolezza....sulla scia del bardo...

Stefano Gliozzi

QUANDO IL CREPUSCOLO SI TINGE DI BLU
L`idea del mio progetto, e` di rendere la paesaggistica norvegese per quello che realmete e` e che affascina, uno scenario che dopo il tramonto crea un`aurea cupa e mistica che non deprime, ma al contrario regala una esperienza onirica agli occhi di chi la osserva. L`obbiettivo e` anche quello di far conoscere un posto d`Europa ancora sottovalutato dal mondo del turismo naturalistico.