3728f40723bbc66a7015b2b4b4bca23845701154
3728f40723bbc66a7015b2b4b4bca23845701154

facebook
instagram

©2022 - Fag - Design by Monica Bisin

e148e60c6c0e71e238c47d4a8aee0b4a08f86231

Progetti d'autore

Angelo Paionni Anna Maria Giordo Barbara Trabalzini - Fabrizio Ceci 
Diego Salvador Elisabetta Maetzke - 
Gabriele Vargiu Girolamo Mingione 
Giulia Barani - Laura Domenichelli Luisa Montagna Marzia Francesconi
Monica Zorzi Ornella Latrofa Paola Panatta & Andrea Mercanti
Pietro Sacchini Roberta Marras Stefano Gliozzi - Giovanna Alfeo
Angelo Paionni
Roma - Il mio Gran Tour

Roma è la città di Angelo Paionni.
Qui il fotografo è nato e vissuto. Qui ha messo radici, qui vive la sua famiglia. Non stupisce quindi che il corpus di opere più rappresentative, riuscito, completo e a lui più caro, sia interamente dedicato a questa bellissima città.
Incurante delle tristi vicende che hanno interessato la capitale negli ultimi tempi, sprezzante dello stato di degrado in cui oggi innegabilmente Roma versa, la raccolta di immagini di Angelo Paionni raccoglie il guanto della sfida con il presente e riesce nell’impresa di catturare l’afflato immortale della città eterna,
restituendoci la sua essenza più pura e aulica. Il suo spirito più profondo e intimo, e fissandolo sulla carta a nostro imperituro uso e consumo. Il risultato di questa ricerca, reso con tecnica sapiente e originalissima, è impressionante e si mantiene tale nel tempo.
Il fotografo ha creato immagini che, cogliendo l’immensità della grande bellezza di Roma, ne ereditano lo stesso destino immortale.
Nonostante gli scatti risalgono agli anni 1994 – 2005, queste fotografie potrebbero appartenere a qualsiasi tempo, perché il carattere rarefatto e squisitamente pittorico le rende trascendenti, fuori da ogni epoca e nello stesso tempo eterne e immanenti.
Le immagini sono state eseguite con fotocamere analogiche Contax e Nikon 35mm, utilizzando pellicole negative in bianco e nero Ilford e Kodak.
La tecnica di stampa si avvale dell’uso di carte lavorata a mano (uso acquerello) resa sensibile mediante l’applicazione di emulsione (sali d’argento) particolarmente trattata.
Biografia
Angelo Paionni è nato a Roma nel 1946 a Roma, dove tuttora risiede.
Negli anni ’70 si avvicina all’attività fotografica e raccoglie i primi consensi partecipando ad importanti rassegne e mostre di fotografia in Italia e all’estero.
Nei primi lavori si dedica in particolare allo studio dell’immagine grafica e indirizza la sua ricerca all’analisi compositiva degli ambienti urbani.
Durante i lunghi viaggi all’estero (Stati Uniti, Africa, Asia e Sud America) entra in contatto con culture e sensibilità diverse da quella europea. Questi incontri arricchiscono il suo linguaggio e codice espressivo, che si caratterizza da un lato per la continua tendenza a un equilibrio formale intrinseco, dall’altro per un’inesauribile ricerca che mira a svelare l’essenza e l’anima di luoghi, civiltà e persone.

Anna Maria Giordo
Anna Maria Giordo
La spiritualità dell'acqua
L’acqua è spesso vista come la custode dei segreti e dei misteri più profondi dell’universo. Le sue profondità insondabili simboleggiano l’ignoto e il mistero, mentre le sue acque cristalline riflettono la luce della conoscenza e dell’illuminazione. In molte tradizioni esoteriche
e spirituali, come l’alchimia e l’astrologia, l’acqua è associata alla trasformazione interiore e alla ricerca di verità nascoste. L’acqua è dunque molto più di un semplice elemento fisico; è un potente simbolo di vita, guarigione, trasformazione e mistero. Attraverso le diverse tradizioni culturali e spirituali del mondo, l’acqua continua a ispirare e ad alimentare la ricerca di significato e connessione con il divino. Che sia attraverso rituali sacri, credenze ancestrali o semplici riflessioni sulla natura dell’esistenza umana, l’acqua rimane un faro di spiritualità e saggezza per l’umanità.

Biografia
La mia passione per la fotografia nasce spontanea con una macchina fotografica di mio padre con cui scattavo a rullino ma inizia consapevolmente nel 1987 quando presso Il Centro Mediterraneo per le nuove professioni di Sassari con l'eclettico artista sudamericano Juan Andres Flores Cabrera architetto,pittore fotografo, professore di disegno architettonico all'Università di Loia Ecuador attualmente direttore di un sito protetto degli indios dell'Amazzonia decidiamo di far partire un corso di fotografia d'arte dove io divento collaboratrice da lì nasce un'esperienza incredibile con alunni allievi straordinari. Nel 1938 partecipo alla seconda rassegna regionale primavera d'arte pittura scultura grafica e fotografia Palazzo della provincia Sassari Italia con la scuola prendiamo numerosi Premi . Nel 1989 partecipiamo alla terza rassegna regionale primavera d'arte padiglione isola pittura scultura grafica e fotografia con una mia opera che partecipa fuori concorso prendo ugualmente una menzione speciale . Nel 1996 la mostra "Il viaggio frammenti di percezione", ideazione e presentazione a cura di Francesco Pala e Annamaria Giordo, Collettiva di fotografi sul reportage Europa India Africa Nord America Usa e Sud America con Cinzia sacchetti franconieri, Annamaria Giordo e Francesco Pala caffè storico del palazzo Aragonese di Piazza Civica Alghero Sassari Italia .
È un periodo di grande attività ma per qualche anno mi fermo e pur continuando a fotografare mi lascio trasportare da nuove esperienze fino a che non sento fortemente il desiderio di ritornare al mio amore per la fotografia e entro a far parte di un'associazione Respir'arte insieme ad altre fotografi ed artisti vari, riprendendo a esporre le mie fotografie e sentendo sempre più forte l'esigenza di mettermi in gioco. Partecipo a Roma Expo 2018 , partecipo ad altre esposizioni, ad una collettiva a Montecatini Terme nel 2023. Parteciperò al COEX Festival 2025 – 7° edizione – Roma con un progetto personale. Inizio una collaborazione per foto di Matrimonio e scopro che mi piace, in modo molto personale, ritrarre gli sposi. Sto lavorando per crescere con un esposizione personale preparando tanti progetti in fase di attuazione.

Barbara Trabalzini
Gabbiani sul Tamigi
Questo progetto fotografico esplora la relazione tra natura e città attraverso il volo dei gabbiani sul Tamigi. La serie inizia con un gabbiano immobile su un muretto, con il Big Ben sullo sfondo. Nella seconda foto, il gabbiano apre le ali, segnando l'inizio del movimento. Le terza e quarta foto, scattate dallo stesso punto di vista, presentano un gruppo di gabbiani in volo, più in basso, e un uccello solitario che li osserva dall’alto. Nella terza, la ruota panoramica e un lampione aggiungono profondità, mentre nella quarta il gabbiano sembra sospeso nel cielo, quasi immobile, con il lampione come quinta. Infine, nella quinta foto, il gabbiano iniziale ritorna con ali e becco aperti in un gesto che appare minaccioso, culminando la serie con una potente esplosione di dinamismo.

Biografia

Barbara Trabalzini è una fotografa romana di 48 anni, con una passione che nasce sin da giovane, ai tempi dei rullini. Sebbene la sua pratica fotografica si sia intensificata solo una decina di anni fa, la fotografia digitale le ha permesso di esplorare e perfezionare il proprio linguaggio visivo. Il suo percorso è stato segnato da una significativa esperienza a Milano, dove ha vissuto per otto anni. Durante l’ultimo anno in città, la fotografia è diventata per lei una compagnia solitaria e un mezzo per scoprire il mondo che la circonda, esplorando le destinazioni fuori porta e affrontando la solitudine con la sua macchina fotografica come unica compagna. Per Barbara, la fotografia è un linguaggio personale, un modo per raccontare se stessa, le emozioni che un luogo o un evento le suscitano e la percezione che ha del mondo. Ha spesso fotografato eventi come il ciclismo storico, dove l’entusiasmo e l’energia dei partecipanti rendono ogni scatto coinvolgente, offrendole l'opportunità di catturare l'intensità di un'esperienza vissuta con passione e dedizione. Amante della fotografia urbana, Barbara è affascinata dalle strutture e dalle geometrie delle città, che continuano a influenzare il suo stile. In questo progetto, pur non avendo utilizzato esplicitamente elementi geometrici, la sua visione della città rimane un'influenza costante nel suo approccio fotografico
Fabrizio Ceci
Xeroderma (XP)
[ “ esposta al sole
Divento cenere
Di me nessuna traccia “ ]
Durante Il giorno dispongo di uno schermo
Un tentativo estremo di sopravvivenza
La luce si propaga veloce
Soffoco non sono lucida
Un senso di isolamento mi pervade
Sono un organismo fragile ed essenziale
Ostinata fino alla persistenza
Sconfiggerò il muro della rifrazione
Trasparente la lama che mi trafigge
Poi il buio
Ritrovo il coraggio di vivere
Disseppellisco i miei pensieri
Sopravviverò ed anche altro

Biografia

Fabrizio Ceci, fotografo di Terracina, traduce esperienze e sentimenti in immagini di intensa autenticità. Le sue fotografie, scattate spesso in contesti quotidiani, rivelano la vita di individui con una spontaneità istintiva, catturando emozioni come gioia, tristezza e speranza con una profondità e autenticità che trasformano ogni momento in una rivelazione emozionale. Il suo lavoro, carico di impegno emotivo, stimola l’immaginazione e l’aspetto onirico dell’osservatore. Predilige i volti umani, che amplificano i sentimenti e riflettono le sue stesse emozioni, offrendo una dimensione di amore e una sinergica interazione tra soggetto e spettatore. Spesso, nei suoi fotogrammi emergono silenzi e voci, filtrati da occhi profondamente espressivi; queste rivelazioni diventano chiare dichiarazioni d’intento e di senso, conferendo ulteriore profondità e significato alle sue opere. Nel Giugno del 2022 ha esposto a Napoli al Festival Internazionale delle Arti - Giacinto Gigante. Nel Dicembre del 2023 è stato presente a Vercelli nella manifestazione Letterature Urbane 8.0. Nel Marzo del 2024 ha esposto a Milano nella collettiva “ Il mondo al contrario” a cura della Street Soup Exhibition. A Giugno 2024 Il suo progetto “ Danzando con l’Anima “ è stato presentato al Coex Festival di Roma. Nell’Agosto del 2024 ha partecipato alla collettiva Montecatini d’ autore presso la Galleria Turelli nelle Terme di Montecatini. È presente all’interno del numero di Settembre/ 24 del Magazine ContempoArte. Nel Dicembre 2024 ha vinto il Premio della Giuria nella prima edizione di “ VISIONI “ Premio d’Arte Internazionale che si è svolto a Salerno. Sempre nel Dicembre 2024 ha esposto nella Collettiva “ Visioni Contemporanee nell’ambito di “Torre e Dintorni 5 “ che si è tenuta a Pomezia -Roma.
Diego Salvador
RISˈPƐT.TO (Rispetto)
La parola Rispetto è la parola dell’anno 2024, secondo il vocabolario Treccani.
Rispetto quale sentimento che porta a riconoscere i diritti dell’altro perché, come bene espresso dalla locuzione latina Ubi societas, ibi ius (dove c’è una società, lì vi è il diritto), la convivenza tra più persone, necessita di regole e di rispetto delle stesse.
Che si parli di una semplice coppia, di una famiglia o di comunità più ampie, il rispetto dell’altro e il rispetto delle regole sono elementi fondamentali per una felice convivenza.
Queste sono le riflessioni che mi hanno ispirato a realizzare questo progetto e che ne rappresentano il cuore, ed il punto di partenza.
Questi concetti si sono poi sviluppati nella mia mente come cerchi concentrici generati da un sasso lanciato nel profondo del mare, generando idee di immagini esemplificative potenti e capaci di suscitare emozioni.
Rispetto non più limitato alle sole persone ma esteso ai luoghi dove viviamo, all’ambiente, al mondo animale, all’appartenenza a razze e culture diverse, agli orientamenti sessuali, al rapporto tra uomo e donna, e potremmo continuare all’infinito.
Le relazioni basate sul rispetto esprimono Amore. L’Amore è la forza unificante più potente dell’universo: il Bene, all’opposto del male.
Il mio progetto rappresenta la pace e l’armonia che si generano a partire dal rispetto.
Ho voluto rappresentare la parola Rispetto in diverse lingue straniere per simboleggiare l’assenza di confini di questa parola dal momento che l’altro da sé, lo “straniero” rappresenta sempre una ricchezza e mai una minaccia.
E poi, via via, le immagini che ho ideato e realizzato in questo progetto mettono in scena che l’amore è una scelta personale, e si può vivere benissimo in una società multietnica e che le regole, il rispetto delle regole democraticamente stabilite, costituiscono la base essenziale per una convivenza civile tra soggetti che, pur nella loro diversità, intendono vivere ogni giorno felicemente insieme allontanando da sè ogni possibile violenza.
Lo stesso mondo animale è degno di rispetto e di amorevole attenzione, come tutto l’universo che ci circonda nella inesauribile bellezza delle sue forme e dei suoi colori.
Purtroppo oggi molte volte il rispetto viene meno e cede il passo alla violenza. Ma io penso che, nonostante la realtà che ci circonda, c’è spazio per recuperare, con la saggezza e la ragionevolezza, l’essenza della parola rispetto che deve tradursi nei comportamenti di tutti, perché un futuro di pace è ancora possibile.

Biografia

Nato nel 1949, di origini trevigiane, ha trascorso la giovinezza a Montebelluna (TV) ma successivamente, per ragioni di studio e di lavoro, ha abitato in varie località in Italia e all’estero divenendo a pieno titolo un cittadino del mondo. Dal 2010 risiede a Trieste, crocevia di popoli e culture nel cuore della Mittel Europa. Laureato in giurisprudenza, ha svolto la sua attività professionale in gruppi multinazionali italiani ed esteri come Dirigente e Membro di consigli di amministrazione. Oggi svolge attività di consulenza aziendale.

Si avvicina alla fotografia nel 2008 frequentando i corsi dell’Istituto Italiano di Fotografia, della Fondazione Forma di Milano e dello I.E.D di Venezia. Ha iniziato ad esporre nel 2012 e le sue fotografie sono detenute da privati ed enti pubblici in Italia e da soggetti privati esteri. Cultore di storia e teoria della fotografia è legato, in particolare, alla fotografia minimalista, alla sperimentazione e alla fotografia mossa e sfocata. Quest’ultima forma espressiva nasce nel 2012, in concomitanza alla rilettura del libro La Modernità Liquida di Zygmunt Bauman.

Esposizioni personali:

2012 - Tracce – Libreria Mondadori – Trieste; Questa Non è una foto – Centro Montedoro - Muggia (Ts); Fiori Futuristi – Galleria Ars Now Seragiotto – Padova

2013 – Padova Liquid Town – Hotel Methis - Padova

2016 – Dialoghi – Antica Offelleria Bernardi - Montebelluna (TV)

2017 – Dialoghi – Ad Formandum - Trieste

2018 – Ordine e Caos – Bottega Store Marino Sterle Fotografo - Trieste

2019 – Iloveveniceskyline e Di vele e Di Mare - Arte Padova 2019 – Contemporary Art Talent Show - Padova

2021 – Tracce: i cambiamenti Climatici – Hotel Hilton – Trieste

2023 – Immagini e pixel - Coex Festival a cura di Artivisivefag – Cartiera Latina – Roma

Collettive

2014 – Autoritratto – Circolo fotografico Triestino – Trieste; Vivamentelido – Hotel Ausonia & Hungaria - Lido di Venezia

2015 – Oltre – Caffè San Marco - Trieste

2020 – We are Nature – Coex 2020 Festival a cura di Artivisivefag – Borgo Nemi (Roma)

2021 – Minimal – Portopiccolo Art Gallery – Portopiccolo - Sistiana (Trieste); Tracce: i cambiamenti climatici- Coex 2021 Festival a cura di Artivisivefag - Borgo Nemi (Roma); Dentro – a cura di Artivivefag - Torre Civica – Pomezia (Roma); La libertà – Coex 2021 festival a cura di Artivisivefag – Borgo Nemi (Roma)

2022 – Minimal – Grand Hotel Duchi d’Aosta – Trieste; Racconti di Mare – Galleria Hermetika – Trieste

2023 – Oltre Giulia e Vittoria - Montecatini d’Autore a cura di Artivisivefag – Galleria Turelli – Montecatini Terme (PT)

2023 – Looking into my…. – Torre e d’intorni a cura di Artivisivefag - Torre Civica – Pomezia (Roma);

2024 - Dialogos e Neuroimage – Cartiera Latina - Roma

2024 - Evanescenze - Montecatini d’Autore – Galleria Turelli – Montecatini Terme (PT)

2024 - Contra spem in spem credidit - Torre civica Pomezia -Pomezia (Roma)

2025 - Contra spem in spem credidit - Circolo Fotografico Fincantieri - Trieste

Delle sue fotografie ed esposizioni hanno parlato la stampa, le riviste di settore e d’arte tra le quali: Il Piccolo di Trieste; Corriere della Sera, Veneto; La Tribuna di Treviso; Marie Claire Travel; Juliet Art Magazine; Il Fotografo; il giornale on-line Ilfriuliveneziagiulia; Catalogo Contemporary Art Talent Show; Magazine on line Foto Minimal & Art e vari cataloghi di mostre. Alcune sue fotografie sono state utilizzate per campagne pubblicitarie di prodotti di moda e una foto è parte delle Raccolte Museali F.lli ALINARI. L’Università degli Studi di Trieste ha acquisito in donazione le foto del progetto “Tracce: i cambiamenti climatici” che sono esposte in via permanente nel dipartimento DEAMS. Progetto ritenuto coerente con l’attività di orientamento dell’Università per gli studenti delle medie superiori nell’ambito del PNRR, denominata “Orientati a cambiare il mondo, per un futuro sostenibile”.

Elisabetta Maetzke
La Notizia

La vita, un lungo filo.
Seta, corda, rame,argento, oro, filo spinato.
Mutevole.
Così in un giorno d’inverno, in un singolo istante,
la mia vita ha cambiato drasticamente faccia.
Scaraventata in un buco nero, irraggiungibile da chiunque.
Improvvisamente proiettata dall’altro lato della barricata.
Mente impazzita, spirito attonito.
Ho cercato di capire. Mi sfuggiva il senso.
Mi sono affidata al mio occhio esterno per esorcizzare la paura.
Mi sono guardata, ho visto rabbia, paura, sbalordimento, rassegnazione.
Mi son dovuta affidare, completamente, a mani sante che ringrazio.
Quando la morte ti sfiora crea un’esperienza indimenticabile.
Nata a Iseo nel 1955, utilizzo, grazie a mio padre, la macchina fotografica dall’età di 10 anni. Autodidatta, ho fotografato per lavoro ma soprattutto per guardarmi intorno con uno sguardo aggiuntivo. Dopo il Covid ho seguito un percorso di Dream-photo-lab con la Dottoressa Marilena Pisciella e ho scoperto il mondo dell’autoritratto come forma di ricerca interiore. A dicembre 2023 ho ricevuto una diagnosi difficile da metabolizzare ed ho attraversato la terra della disperazione aggrappandomi anche all’autoritratto. La fotografia per me, con il passare degli anni, è diventata una necessità, una specie di meditazione. Mi piace molto fotografare in solitudine e ancora di più mi piace riguardare fotografie dimenticate.
Concludendo ho trascorso una vita oberata dal lavoro ma allietata dalla fotografia.
Gabriele Vargiu
Nur-Aya
La Musa della Foresta Sarda

Le grida sorde delle querce morenti si levarono nel cuore della foresta. Non erano suoni che orecchie umane potessero udire, ma un lamento antico, radicato nella terra, che viaggiava attraverso le radici come un canto funebre. Quel dolore risvegliò Nur-Aya, la Musa della Foresta Sarda, dal suo lungo sonno. Per millenni, Nur-Aya aveva vegliato sulle foreste dell’isola, abbracciando querce, lecci e lentischi con la sua protezione silenziosa. Ma il mondo degli uomini, che una volta aveva ascoltato le voci della natura, si era chiuso in un torpore egoista. Lei si era ritirata, lasciando che i cicli della vita proseguissero senza il suo intervento. Ora, però, il lamento delle querce non poteva essere ignorato. Emerse dalle radici di una quercia secolare, il suo corpo avvolto in un mantello di foglie dorate e muschi verdi. I suoi occhi, che riflettevano le profondità dei boschi e il cielo sopra di essi, si riempirono di lacrime quando vide la devastazione. I tronchi, un tempo maestosi, erano scheletri grigi. Il suolo, una volta fertile, si spaccava in crepe aride. «Sa siccagna», mormorò Nur-Aya, riconoscendo il male oscuro. Una maledizione che gli uomini stessi avevano evocato con la loro incuria: il disboscamento selvaggio, gli incendi dolosi, il cambiamento climatico che avevano scatenato. Si avviò verso il primo villaggio, ogni passo, accompagnato dal vento di maestrale che soffiando impetuoso rinfrescava la torrida atmosfera. Gli abitanti, intenti nelle loro routine, rimasero impietriti alla vista di questa figura eterea e imponente. Nur Aya parlò, e la sua voce aveva il suono del vento tra le foglie e del tuono che scuote le montagne: «Figli della mia isola, vi siete addormentati nel conforto del presente, dimenticando le radici che vi sostengono. Le querce stanno morendo, e con loro muore la vostra terra.» Gli abitanti, scettici e timorosi, cercarono di ignorarla. Ma Nur-Aya, infuriata, alzò le braccia verso il cielo, e una tempesta di polvere e foglie avvolse il villaggio. Quando la nebbia si dissipò, mostrarono un futuro devastante: la Sardegna trasformata in un deserto spoglio, senza ombra né vita. «Se non agite ora,» continuò la Musa, «le foreste che vi hanno donato legna, ossigeno e rifugio saranno perdute per sempre. I torrenti si prosciugheranno, e il mare divorerà le vostre coste. Questo è il prezzo del vostro torpore.» Il sindaco del villaggio, che ascoltava da lontano, si fece avanti con timore. «Cosa possiamo fare, Musa? Noi siamo piccoli, e il male è grande.» Nur-Aya posò una mano sulla sua spalla. «Non sei piccolo se cammini insieme agli altri. Unitevi per ripiantare ciò che avete distrutto. Custodite la terra come fareste con un figlio. Non è troppo tardi, ma il tempo stringe.» La Musa svanì nel vento, ma il suo avvertimento riecheggiava nei cuori degli abitanti. Alcuni iniziarono subito a piantare nuovi alberi, a proteggere i boschi rimasti e a chiedere aiuto agli altri villaggi. Ma altri continuarono a vivere come prima, indifferenti. Nur-Aya li osservava dall’ombra delle foreste, pronta a intervenire di nuovo se necessario. La sua ultima profezia era chiara: «Chi non ascolta il grido della terra oggi, sarà condannato a vagare domani su una terra sterile, dove nemmeno il vento porta conforto.» E così, la Sardegna rimase sospesa tra la speranza e il disastro, mentre le querce, nel loro silenzio, aspettavano di sapere se gli uomini avrebbero davvero ascoltato la Musa della Foresta
Biografia
Gabriele Vargiu sardo dell’ Iglesiente terra di minatori e metalli. Ho una storia molto particolare perché provengo da una famiglia di minatori, mio nonno, mio padre hanno lavorato in miniera e anch'io l'ho fatto, infatti amo definirmi “Minatore” con una forte passione per la fotografia. A metà anni ‘80 comprai una reflex analogica e da quel momento iniziai a studiare in maniera autodidatta la fotografia. La mia fotografia si muove in due direzioni, una interiore ed estemporanea, l'altra di ricerca e salvaguardia del mio mondo minerario. Ormai i minatori e le cernitrici che lavoravano nella mia terra son sempre di meno e i luoghi dove vivevano stanno ormai svanendo, distrutti dall'abbandono e dalle speculazioni umane. Con la fotografia ho cercato in tutti i modi, nel mio piccolo, di salvare quel che resta, di questo mondo ormai lontano
Girolamo Mingione
Lamiere e mattoni
Nel contesto urbano le automobili sono un elemento inevitabile. In una visione minimalista possono diventare ”complementi di arredo” che aggiungono un tocco di colore, oppure “corpi estranei” che stridono con l’ambiente cittadino che li circonda. Lamiere e mattoni sono i contrasti e le incompatibilità, obbligati ad una convivenza forzata che, in alcune situazioni, trova un suo piccolo equlibrio.

Biografia

Coltivo la passione per la fotografia da quando ero adolescente. Il mio percorso formativo mi vede, ovviamente, impegnato nella fotografia analogica e quindi la mia esperienza è iniziata con le pellicole fotografiche, le carte sensibili, gli acidi per lo sviluppo e la stampa, le diapositive. Nel corso degli anni ho imparato ad usare tutti questi materiali e le attrezzature necessarie per avere sotto controllo tutto il processo che va dallo scatto alla stampa, passando per lo sviluppo della pellicola. Naturalmente ho seguito più di qualche corso di fotografia (prima nella scuola - tenuti da docenti appassionati - e poi al circolo fotografico) e, in seguito, ho tenuto corsi di fotografia in vari circoli fotografici e nelle scuole. Sono stato invitato da vari circoli fotografici a presentare i miei lavori e anche per partecipare a giurie per mostre locali. Inoltre, ho partecipato a mostre collettive ad Anzio e Nettuno e ad una personale allestita presso la BNL di Aprilia (LT). Nel 2000 circa mi sono avvicinato alla fotografia digitale, che ha stimolato il mio percorso creativo per la costruzione di immagini "non reali", dandomi la possibilità di controllare molti parametri che nell'immagine, sono, per me, indispensabili per i risultati che volevo ottenere. Oltre all’interesse per le immagini surreali c’è sempre stata anche la volontà di seguitare il percorso del “reale” e nel tempo ho trovato nuovi stimoli e nuovi interessi per poter rendere le mie fotografie caratterizzate da una “cifra stilistica”. Probabilmente non sempre sono riuscito nell’intento, ma la volontà di lavorare sul “significato” di quello che fotografo e poi rielaboro non mi ha mai abbandonato. Comunque, tutto il mio lavoro fotografico è regolato da una passione profonda per l’immagine e per la fotografia, che rimane, comunque, un hobby. Sono iscritto da nove anni al Circolo fotografico “L’Immagine” di Casal Palocco e socio FIAF. In questo nuovo contesto sono stato stimolato a partecipare ai concorsi fotografici patrocinati dalla FIAF e in qualche occasione ho avuto la soddisfazione di avere delle foto ammesse. Con il Circolo ho partecipato ad una mostra collettiva “IMMAG-IN-AZIONE” tenutasi nel novembre 2016 presso l’abbazia di S. Nilo a Grottaferrata (Roma) e poi ad una collettiva del circolo in occasione dei 50 anni dalla sua fondazione per il NOVOTEL all’EUR. Ho partecipato alle seguenti collettive organizzate da Fag: “TORRE E DINTORNI” a Pomezia; “COEX” alla Cartiera latina (Roma) e a Nemi; “Montecatini d’Autore” a Montecatini terme. Inoltre ho avuto una mia foto selezionata alla manifestazione fotografica “URBANA” Photocontest 10 a edizione Festival Nazionale di Fotografia UCOP 2022 tenutasi a Pineto degli Abruzzi e sono stato premiato alla manifestazione Versilia Photo Fest negli anni 2022 e 2023 che si tiene a Lido di Camaiore.

Giulia Barani
Volti- Contro la discriminazione
La discriminazione è l’embrione della violenza. L’ignoranza è il suo sangue e il silenzio il suo utero. La discriminazione è la non accettazione dell’altro, la falsa sensazione di superiorità che ha bisogno di essere sfamata con l’odio. La discriminazione è violenza, che si nutre di ignoranza e marcisce nel silenzio. Le mie foto mostrano persone che alla discriminazione non si sono arrese e alla violenza subita hanno risposto mettendoci la faccia. Loro sono Ilaria, Anna, Emanuele, Francesca, Lucia, Elisa e Fatima e sono le muse dell’agenzia Imperfetta Project. Le mie foto parlano di persone fiere della loro bellezza fuori dagli schemi, perché sono gli schemi che disegnano i confini e sono i confini che creano discriminazione. Le mie foto urlano guardami, accettami, amami. Non starò più in silenzio.
Biografia
Fotografa per caso...
Io ricordo esattamente il momento in cui, curiosando online tra vari corsi ai quali potermi iscrivere, così per passatempo, ne ho trovato uno di fotografia. Era il gennaio del 2020.
Ho amato sin da subito il connubio tra creatività e tecnica, tra regole e immaginazione e sin da subito ho capito che mi ci sarei dovuta dedicare con serietà, avrei dovuto studiare, partecipare a corsi e visitare mostre e gallerie. Mi chiamo Giulia e ho 54 anni, un marito, due gatte e una discreta carriera alle spalle nel settore privato; perciò, l’idea di rimettermi in gioco all’inizio non mi ha entusiasmata, ma quando ho preso in mano la mia prima reflex ho sentito che con quell’aggeggio ci potevo “parlare”.  Avrei potuto, attraverso una macchina ed un obiettivo, disegnare la mia “immagine”, quello che vedevano i miei occhi attraverso il mio cuore, il mio vissuto, la mia “estetica”. La fotografia mi permette di esprimere il mio lato creativo, di rompere gli schemi e trasmettere emozioni. Nella vita di tutti i giorni mi occupo di scadenze, numeri e tabelle. Quando prendo la macchina fotografica in mano mi trasformo e vedo solo luce e colori e forme che cerco di catturare nelle immagini che scatto. Ogni volta scopro una sfumatura diversa della mia anima.
Laura Domenichelli
15 ONIRIC
Termine onirico deriva dal greco ONIRO, che nella mitologia greca era il nome del Dio del sogno, il cui compito era di inviare sogni ai mortali. Nel vocabolario italiano la parola onirico significa "tutto ciò che è il sogno” tutto quello che è irreale, rarefatto, fantastico. 15 ONIRIC rappresenta mia figlia Alessandra adesso che ha 11 anni, di come la vedo vivere e di come i suoi pensieri colorano la sua vita. È un inno al suo cammino, ai suoi occhi, quelli ancora di una cucciola di donna, alle sue mani, che si allungano verso un mondo colmo di fantasia e di luce, ai suoi sogni, a quella voglia di respirare il profumo dell'irreale e di volare con la mente verso un cielo infinito.
15 ONIRIC Su lasciati andare e vieni con me, prova a capire, ti spiego il perché, nel mondo fatato io ti porterò tra fate e folletti con te giocherò. Per te soave bimba io chiedo e vorrei, soltanto balocchi e pace tra noi. La tua mamma.


Biografia

Mi chiamo Laura Domenichelli sono nata a Castiglion Fiorentino (AR) il 09-05-1974. Sono diplomata in ragioneria e ho una qualifica di operatore socio-sanitaria. In questi ultimi anni mi sono dedicata e impegnata a ricercare il momento, l’istante, attraverso la fotografia. Fotografare per me, è fermare un momento, cogliere un attimo attraverso il nostro animo, inquadrarlo e scattare. E’ frutto della nostra esperienza e dei nostri sentimenti. La fotografia è un varco tra noi e il linguaggio verbale, è la forza di comunicare un messaggio.
Luisa Montagna
Per il tempo di un soffio
Lo buon maestro a me: «Tu non dimandi
che spiriti son questi che tu vedi?
Or vo' che sappi, innanzi che più andi,
ch'ei non peccaro; e s'elli hanno mercedi,
non basta, perché non ebber battesmo,
ch'è porta de la fede che tu credi […]
Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno IV,25
La forma rituale dell’“à répit” (rito del “ritorno alla vita” o “doppia morte”), praticata tra i primi anni del 1000 fino al 1900, nacque presumibilmente nel nord Europa per poi espandersi nei paesi oltralpe: Francia, Piemonte e arco alpino italiano. Lo scopo del rito era di dare una degna sepoltura a quei bambini nati morti che, in quanto tali, non potevano ottenere il Battesimo, e quindi di permettere alla loro piccola anima di accedere al Paradiso, evitandole così la condanna eterna del “limbo”. I genitori cominciarono così a portare quei corpicini in cappelle o santuari mariani isolati, lontani da occhi indiscreti, dove potevano sperare di farli rivivere per un attimo e battezzarli. Questi luoghi della fede, cari soprattutto alla religiosità popolare e contadina, videro le strade battute da macabri pellegrinaggi. Durante il rito, il cadaverino veniva posto su un altare fra alcune candele al cospetto della Madonna, invocando un segno di resurrezione temporanea: sarebbero bastati il movimento di una piuma posta sulla bocca del bimbo, il rossore delle guance o una perdita di urina, per permettere di somministrare il Battesimo prima della seconda morte. I fortunati che riuscivano ad ottenere il sacramento, potevano essere sepolti in luoghi consacrati, come il cimitero del santuario, oppure venivano adagiati all’interno di un pozzo con delle monete sugli occhi, per facilitare loro il passaggio nell’aldilà. Nacquero tante credenze al riguardo, una delle quali era che le anime dei non battezzati tormentassero i viandanti apparendo loro come fuochi fatui. Per secoli questa pratica ha fornito una speranza ai genitori che volevano assicurare la vita eterna ai loro bimbi nati-morti per poterli ritrovare nell’Aldilà.


Biografia

Viene da una formazione artistica, avendo conseguito il Diploma Accademico di II Livello in Violoncello. Per una decina di anni ha lavorato per Istituzioni Musicali come professore d’orchestra e in formazioni cameristiche. Da alcuni decenni lavora nel settore della Comunicazione Visiva. Da sempre amante della pittura e delle arti visive, comincia a fotografare in età avanzata, dopo aver ricevuto in dono la sua prima macchina fotografica. Da quel momento è iniziato un percorso di crescita che la sta avvicinando alla fotografia intesa come espressione di sé più che come rappresentazione del reale. Ha iniziato dedicandosi al genere del reportage documentaristico, per passare ad uno stile più evocativo ed onirico, dove le immagini si sovrappongono e fondono per creare nuovi mondi che soddisfino il suo sentire di sognatrice. Sempre in cerca di una propria identità di fotografa, ha al suo attivo alcuni progetti di reportage documentaristico, due dei quali hanno ottenuto Menzioni d’Onore a Concorsi Internazionali (Monochrome Photography Awards, ND Awards, Monovisions Photography Awards, Chromatic Awards, Tokyo International Foto Awards, IPA Int’l Photography Awards, BIFA, Trieste Photo Days) e pubblicazioni su riviste online e libri. Da alcuni anni espone in mostre collettive (Kromart Gallery di Roma, PH21 Gallery di Budapest, Trieste Photo Days di Trieste, B-Side presso Extra Factory Gallery di Livorno, Torre e dintorni 5 a Pomezia (Roma), PhotoMilano 2.0, Castello di Finale Ligure, Circuito Off di Fotografia Europea a Reggio Emilia).

Marzia Francesconi
Volare
Quando guardi il cielo non sai mai cosa incontri. Ci sono scenari che vanno oltre la nostra visione. Gli uccelli nascono liberi e vederli volare riempie il cuore di gioia. A noi non resta altro altro che ammirare I loro volteggi, le forme che disegnano nell'aria, il loro volare all'unisono uniti dallo stesso sentire. Siamo liberi come gli uccelli, voliamo insieme senza mai scontrarsi.

Biografia
Amo la fotografia, scatto in digitale da oltre 10 anni. Continuo ad imparare e stupirmi. Questo e' lo spirito con cui mi approccio alla fotografia e in questo modo riesco a non annoiarmi mai. Il tempo libero lo dedico soprattutto a scattare, convoglio lì tutti i miei stati d'animo. Ho partecipato a diverse mostre fotografiche.
Monica Zorzi
Natura morta
Propongo con questa serie un’esperienza digitale puramente coloristica, con l’intento di suscitare nello spettatore emozioni positive. Il risultato finale voleva essere un dipinto moderno con una tecnica moderna, che guardasse il presente.


Biografia

Diploma Liceo Artistico di TV, 1995. Titolo di Maestro d’Arte all’ Università di Cardiff, nel 1998.

Esposizioni dal 2003 al 2012, con ”Artist in the World” di Lucia Bonacini.

Le esposizioni più rilevanti sono: Biennale di Roma 2003, Quadriennale di Roma 2008 (premio della critica), Biennale di Francoforte e Dublino 2008/9, collettiva “One man Exihibition” (attestato d’onore). Dal 2014 al 2018 esposizioni con “Artemisia International Art Gallery” di Maria Caterina Mariano, collettive al “Museo Archeologico di Olbia”, al “Museo del Sughero a Calangianus”, Alla “Galleria La Pigna di Roma” e, altri spazi espositivi. Esposizioni dal 2017 al 2022: Artetra (Prima Biennale Del Tirreno, Art Paris, Biennale di Atene), Fag ( Convergenze Expò 2018 e 2019 a Roma, Coex 2020 e 2021 a Nemi, 2023 e 2024 Roma e varie collettive), Verum ( Rassegna Internazionale Città di Lerici 2019, Arte Venezia 2020, 2022, 2023,2024), Scharm of Art ( Summer Art 2017,2018, Castel’Art 2018, From Italy to Malta 2019), Varaggio Art (varie collettive a Savona, Varazze, Arte Fiera Genova 2018), Atelier Montez (collettiva a Roma 2021), Artexpò ( Venice Art Fair, Forlì 2019), Universodelasartes (dal 2023 ad oggi, collettive in Colombia, Argentina, Repubblica Domenicana al Festival Internacional de Artes Visuales y Literatura 2024 Monte Plata,secondo premio), Talent Art (Emozione Donna, Roma 2024 esposizione personale. Pubblicazioni: “CAM 56”, “CAM 59”, “CAM 60” di Giorgio Mondadori, “Artisti’22” d’ Arnorldo Mondadori, “Arte al tempo del coronavirus” di Skira editore, “Artisti del XXI secolo” di Arte e Cultura-Editore, dal 2021 ad oggi in vari eventi e numeri di ArtNOW, in tutti i numeri di BIANCOSCURO Art Magazine, dal 54 in poi.

Ornella Latrofa
Effimero ed eterno
Uomo e natura. Effimero ed eterno. Due realtà che sembrano contrapporsi: il finito e l’infinito, la precarietà e la continuità.
Alla base della dicotomia, l’inevitabile destino dell’uomo, la morte, cui la natura si sottrae per la sua innata ciclicità.
“L’uomo, confinato dalla natura nell’effimero, sogna l’eternità” (Gustave Le Bon): l’uomo, consapevole della sua finitezza, ha da sempre aspirato all’eternità e, con l’intelligenza che gli è propria, ha creato realtà che potessero imitare l’essenza della natura, con la religione, la filosofia, la letteratura: mondi paralleli, ma immaginari, della cui realtà l’uomo stesso ha da sempre dubitato.
L’uomo, quindi, cerca di sovrastare la natura, di imporsi su di essa, ma invano, per la sua naturale imperfezione.
Eppure la specie umana partecipa della ciclicità della natura: essa conosce sì la morte ma la procreazione permette allo stessa di perpetrarsi.
Ecco, quindi, che la dicotomia sembra scomparire: le due realtà non sono altro che un’unica realtà, l’uomo è parte della natura, anzi è natura.
Con le sue opere fotografiche la mia amica Ornella ha colto perfettamente questi aspetti: la natura dà vita all’uomo che, per quanto cerchi di aspirare all’eternità, soccombe al sonno eterno. Ma l’uno non deve essere pensato come contrapposto all’altra: è il naturale ciclo della vita: “tout casse, tout passe, tout lasse…et tout se remplace”
(Testo della dott.ssa Floranna Colaneri)

Biografia

Ornella Latrofa nasce a Roma nel 1960.
Si diploma all'Istituto Statale d'Arte di Roma.Nel 2019 vince il premio come Miglior Ritratto al “Festival Bajocco”.
Nel 2020 espone tre progetti “Tra sogno e realtà”, “Pace, silenzi e riflessioni” e “Sei forte” alla galleria ART G.A.P. di Roma.
Nel 2021 all'evento Coex, “festival delle arti visive a Nemi”, espone il progetto “Differenze Assonanti” (progetto che viene pubblicato sulla rivista on line “The Pictorial List”).
Nel marzo del 2022 espone con “Non avevo capito niente” ad una collettiva fotografica “Dentro” alla Torre civica di Pomezia.
Nel luglio 2022 espone con “Declinazioni femminili” ad una collettiva fotografica alla Casa Internazionale delle donne in Roma.
Nel 2022 Il suo progetto “Crepe indelebili” viene scelto all’interno della manifestazione “Ambiente Clima Futuro” promosso dalla FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) ed esposto a Bibbiena, presso la biblioteca “Elsa Morante” a Roma e all’evento "Un ponte per la fotografia" curato da “Officine Fotografiche”.
Nel febbraio 2023 espone il progetto “Piove” con immagini e parole all'evento Coex, “festival delle arti visive” alla ex Cartiera Latina a Roma.
Nel marzo 2023 partecipa ad una collettiva “Il colore del vento” presso Cantiere Testaccio – Testaccento.
Nel dicembre 2023 espone il progetto “Il mio teatro interiore” ad una collettiva a Ladispoli presso il centro Arte e Cultura.
Nell’aprile 2024 espone il progetto “Nel mio intimo” presso la casa internazionale delle donne nell’archivio centrale di UDI Romana la goccia.
Nell’aprile 2024 partecipa ad una collettiva presso la galleria Arca di Noesis a Roma e ad una collettiva presso il Castello di Santa Severa.
Nel marzo 2024 partecipa con il progetto “Riflessi dell’anima” ad una collettiva presso Palazzo Ruspoli a Ladispoli.
Nel 2024 espone il progetto “Una carezza su di te” dove vince il terzo posto all’evento Coex festival alla Cartiera Latina a Roma
Paola Panatta e Andrea Mercanti
La musica dentro
(di Matilde Damele)

La mostra fotografica ‘la musica dentro’ è nata dalla collaborazione dei fotografi romani Paola Panatta e Andrea Mercanti. Nello spazio espositivo, fotografie in bianco e nero di vari artisti contemporanei di musica jazz e mediterranea sono affiancate da astrazioni fotografiche, dove la vibrazione sonora diventa presenza viva. Il dialogo tra le immagini di Andrea fatte ai musicisti e quelle astratte di Paola ci accompagna in un viaggio musicale dove le note, libere da vincoli di luogo e tempo, vengono tradotte in luci, ombre, geometrie, scintillii luminosi e linee in movimento. Alle rappresentazioni sobrie ed eleganti degli artisti jazz seguono immagini che sono eco visive della voce, dello strumento soffiato, percosso o pizzicato e che risvegliano l’emozione dello spettatore durante il concerto dal vivo. La pausa e il ritmo si riversano in un disegno di luce in forme circolari o rettilinee ripetute, in pioggia di segmenti luminosi, in ondulazioni visive armoniche che fanno sentire la presenza dello strumento musicale e del suono che si diffonde intorno ed entra dentro lo spettatore. Tra gli artisti rappresentati abbiamo nomi famosi come Fabio Zeppetella, che, considerato uno dei migliori chitarristi e compositori italiani, viene ripreso intento a suonare un accordo. Al suo ritratto mentre suona la chitarra sono affiancate linee luminose ondulate in un movimento ritmico che trasmette la freschezza e dinamicità tipiche del suo stile musicale. Nella fotografia della giovane violinista, invece, la luce su parte del volto e dello strumento in un netto chiaro scuro ci fa sentire la malinconia del suono. Tale sensazione viene ripresa nella composizione immaginaria di Paola dove una mezzaluna bianca si appoggia morbidamente su volumi di un chiarore soffuso. Di grande espressività è la foto del famoso fisarmonicista Antonello Salis, considerato tra i jazzisti italiani ‘il più fisico e africano’ per l’intensità con cui suona la fisarmonica e per le sue sorprendenti improvvisazioni. Lo scatto di A.Mercanti, dalla luce molto contrastata , mette in evidenza le rughe del volto e le vene sulla mano intenta a suonare. Qui Salis viene a essere un tutt’uno armonico con i tasti in rilievo e le pieghe del mantice dello strumento musicale. Segue uno scatto dove un’ellisse di luce a spirale emula il linguaggio musicale ricercato e unico, frutto delle tecniche espressive del musicista. Il progetto ‘La musica dentro’ è una lettura personale vissuta in prima persona, le cui immagini sono state pensate per interagire le une con le altre e fare vivere l’emozione del suono e la dinamicità della musica jazz nelle sue varie forme. Queste fotografie sono momenti di sintonizzazione con il suono, colti dal flusso musicale con grande spontaneità e senso d’intuizione, elementi essenziali dell’improvvisazione nel jazz.


Biografia Paola

Nata a Roma, da sempre appassionata di Fotografia e Arte. Si definisce sensibile, curiosa e buona osservatrice, sente la fotografia come esperienza emotiva, sempre alla ricerca di delicatezza. Un punto di vista poetico e garbato, come una via di fuga dal mondo attuale. Le piace la spontaneità della fotografia di strada e fare ritratti di scena durante rappresentazioni teatrali e di danza. Partecipa a diverse mostre collettive di fotografia, tra cui: “La Luce e il Suono” (Festival Eutropia - Roma, 2015); ”The Shadows” (Budapest), “In Movement” (Roma) con PH21 Gallery/ Kromart Gallery – “Le Periferie” con Kromart Gallery nel 2022 - “Il Colore del Vento” e Dono D'Arte al Cantiere Testaccio - “Anemos, soffio vitale” nella IV rassegna di Torre e dintorni a Pomezia – Presente con il suo progetto personale “Hanami” al festival delle arti visive COEX 2024 a Roma. Nel 2018 ha vinto il premio per la IV sezione Poesia e Fotografia di “Le Ragunanze” in Roma. Nel 2022 è tra le autrici selezionate con una sua fotografia nel Premio in memoria di Letizia Battaglia (Rewriters Fest) presso lo spazio WEGIL in Roma. Le sue foto hanno illustrato il saggio su Villa Doria Pamphilj – il Parco più grande di Roma di Michele Zanarella e Giuseppe Lorin in tutte le librerie dal 7 settembre 2024.

Biografia Andrea

Nato a Panicale (Pg), inizia a fotografare a 18 anni. Inizia a interessarsi di jazz dal 2005 ed unisce a questo interesse quello per la fotografia di eventi artistici di vario genere - Dal 2015 le sue foto iniziano ad essere utilizzate in alcuni cd, sia per la realizzazione dei booklets che per le copertine. Dal 2015 fino al 2024 partecipa come fotografo accreditato a testimoniare i concerti tenuti all’Aquila nell’ambito della manifestazione del Jazz Italiano per le Terre del Sisma. Le sue foto si trovano nei libri fotografici prodotti in quelle occasioni - Partecipa a varie mostre di fotografia, sia collettive che personali - Partecipa all’estate musicale della Città dell’Altra Economia, Eutropia, 2015, nella mostra “La Luce e il suono” - Molte sue foto sono utilizzate per l’arredamento di un club di jazz nel 2016 – Con le stesse foto è stato realizzato un evento presso lo studio Officine9, con l’intervento dei vari musicisti ripresi nelle foto e jam musicale finale - Nel 2019 espone varie foto di danza moderna alla manifestazione TenDance presso il museo MADXI di Latina - Nel 2019 collabora alla creazione del collettivo Fotografi Jazz Roma - Nel 2020 un suo scatto entra nella short list del Jazz world Photo - Nel 2022 insieme al collettivo di cui fa parte documenta tutti i concerti della rassegna “Dal Tramonto all’Appia: Around Jazz”, tenuta nei pressi del mausoleo di Cecilia Metella - Sempre con il collettivo, è accreditato per riprendere l’attività artistica della rassegna Materia Prima del Teatro Palladium, da settembre 2022 a maggio 2023 - Con il collettivo espone (settembre 2024) una mostra fotografica presso la sala “Altre Vie” nella quale ogni componente esprime il suo punto di vista sul jazz. Quello di Andrea è focalizzato sui luoghi minori nei quali si suona musica, siano spazi all’aperto che centri sociali o piccoli club, pubblici o privati.

Pietro Sacchini
Incorporatus

Tutti gli anni in estate vado al “Marchese” in Puglia sulla litoranea di Manduria (Ta), un posto selvaggio, rupestre, lontano dallo sfruttamento edilizio umano, dune di macchia mediterranea protetta, una casa qua e là e niente più per Km a vista d’occhio. Un luogo che è rimasto nel tempo a misura d’uomo, dove l’uomo e il paesaggio si incontrano e si fondono senza prevaricazione dell’uno sull’altro. Man mano nel tempo la tecnologia si è evoluta, edifici e città sempre più grandi, l’intelligenza artificiale diventa parte integrante delle nostre vite, i cellulari diventano più invasivi fino ad alterare la percezione delle cose. L’uomo sta perdendo la connessione con il creato, la connessione con la Natura, la connessione simbiotica con gli elementi vitali. Ogni anno i soliti amici ad attendermi, ogni anno il solito paesaggio, tutto uguale ma tutto cambia, il paesaggio e gli amici sono cresciuti con me e le forme e le linee sono cambiate negli anni. Il bisogno di tornare in contatto con la Natura ci accomuna e ci richiama ogni anno. Un posto in cui mi sento incorporato, incluso, incastonato, lo sento nelle ossa, ci siamo modellati insieme crescendo ognuno è parte dell'altro.


Biografia

Pietro Sacchini nasce a Roma nel 1966, si diploma in telecomunicazioni nel 1984, i suoi ricordi da bambino sono sempre stati con una macchina fotografica in mano … praticamente è la memoria di parenti e amici. Artefice di questa passione fu suo padre che gli regalò una Polaroid. Ha frequentato corsi presso Officine Fotografiche e Sabatini School a Roma e svariati Workshop tematici. Gli piace cimentarsi nei diversi tipi di fotografia, ma i suoi preferiti sono: Ritratto, Paesaggio e progetti che mettano in relazione questi elementi, ricreare ambientazioni particolari, l’intimo dell’animo umano con le sue problematiche e le sue bellezze. Ama la Fotografia perché gli da modo spesso di vedere le cose in maniera differente, di trovare la bellezza dove in apparenza non c’è, di trasmettere qualcosa all’osservatore e di emozionarsi quando rivede uno scatto. Collabora tuttora come autore in alcune agenzie di vendita Immagini stock.
Mostre – Exhibitions
2018: KromArt Gallery (Roma) in occasione del RAW (RomaArtWeek) collettiva - A Nudo - 3 estratti dal progetto “Renaissance” - curatrice Luisa Briganti
2019: Villa Lysis (Capri) collettiva - Il bacio che non ti ho dato - 1 estratto dal progetto “Una Gabbia Senza Ricordi” - curatrice Gina Affinito
2019: ArtKeys 01 (Agropoli-SA) finalista concorso internazionale - 3 estratti dal progetto “Una Gabbia Senza Ricordi” - direzione artistica Rudy Zoppi (ass. culturale Blow-Up) 2019: Antica Saliera (Lecce) mini personale - progetto “Red Passion” - curatrice Gina Affinito
2019: Kromart Gallery (Roma) collettiva - "The Shadow" - 3 estratti del progetto "Ombre Danzanti" - curatrice Luisa Briganti 2020: CosArte (Roma) collettiva Artificium - 4 estratti dal progetto "Red Passion" - curatrice Simona Gloriani
2020: Moovart (Firenze) Co-Expo
2020 - 2 estratti dal progetto “Red Passion” 2020: CoEx2020 (Nemi – Rm) Convergenze Expo
2020 – progetto completo (7 pezzi) “Red Passion” - curatrice Monica Bisin
2021: ArtKeys 03 (Agropoli-SA) finalista concorso internazionale – 1 estratto dal prog. “Buio nell’Anima” - direzione artistica Rudy Zoppi (ass. culturale Blow-Up)
2021: 4^ Biennale d’Arte Contemporanea di Salerno (SA) – 2° classificato sez. Fotografia – 2 estratti dal progetto “Red Passion” - direzione artistica: Giuseppe Gorga, Olga Marciano.
2022: Galleria Il Leone (Roma) Non servono parole, le emozioni indelebili nella musica di Ennio Morricone - Malèna - curatrice Gina Affinito
2023: COEX Festival 2023 – 5° Edizione (Roma ex Cartiera Latina) collettiva “Svelata” 2 estratti prog. Malèna – curatrice Monica Bisin
2023: Torre dintorni 4 (Pomezia – Torre civica) Progetti d’autore “INCORPORATUS” – curatrice Monica Bisin
2024: Monochrome Photography Awards – Honorable Mention “INCORPORATUS”
2024: 10th FAPA Fine Art Photography Awards – Nudes nominee Professional Category “INCORPORATUS” (series)
2024: Best Photography Awards – Honorable Mention in the Nude Category – Professional Section – INCORPORATUS
2024: Coex Festival 2024 – 6^ Edizione (Roma ex Cartiera Latina) – Progetti d’Autore “L’uomo e il Mare” – curatrice Monica Bisin
Roberta Marras
L'Ardia

Sedilo-Sardegna. Queste immagini fanno parte di un vasto progetto realizzato nel corso di due anni; esse vogliono essere un breve racconto di una delle manifestazioni più importanti ed antiche della Sardegna. L'Ardia di Sedilo è una secolare corsa a cavallo in onore di San Costantino e, secondo la tradizione popolare, rievoca la battaglia di Ponte Milvio del 28 ottobre 312 e la vittoria su Massenzio. I cavalieri si radunano nel pomeriggio del 6 luglio davanti alla casa del parroco, per la consegna de sa pandèla (bandiera) al capocorsa e a due cavalieri da lui scelti. Con il sindaco e il parroco a cavallo, due carabinieri in alta uniforme sempre a cavallo, il corteo, preceduto dalla banda musicale e da circa 50 fucilieri che sparano a salve per tutta la manifestazione, procede a passo d'uomo verso il Santuario di San Costantino. L'Ardia si affaccia a Su Frontigheddu, un piccolo promontorio naturale da cui si può scorgere uno scenario mozzafiato: la folla in fervida attesa riempie la vallata del Santuario. L’Ardia parte d'improvviso, nella polvere e con l'incitamento dei presenti: davanti le tre pandèlas, dietro gli altri cavalieri vestiti di una camicia bianca. Per Sedilo è un giorno ricco di attesa e la preparazione dura mesi, ma l’evento ha varcato i confini regionali e ormai richiama turisti da tutta Italia e dall’estero.


Biografia

Roberta Marras è nata a Cagliari. Coltiva la passione per la fotografia sin da giovanissima, pur non avendo mai compiuto studi specifici. Per motivi di lavoro, ha vissuto a lungo in molti Paesi del mondo, soprattutto dell'Africa e dell'America Latina, ed ha avuto il privilegio di conoscere Popoli e Culture diverse, di immergersi in queste realtà da cui è scaturita una lenta, ma profonda, crescita interiore. La sua naturale curiosità e la sua apertura scevra da pregiudizi, l'hanno condotta verso una Fotografia intesa come strumento di interazione, nel tentativo di appropriarsi delle realtà con le quali veniva a contatto, di essere in perfetta sintonia con i paesaggi, ma soprattutto con i soggetti che ritraeva, nel tentativo di stabilire con essi un rapporto di autentica empatia. Ovunque ha portato con sé e ha ritrovato la sua Sardegna in un percorso che ama definire " Viaggio nell' Anima".
Stefano Gliozzi
"Città a Colori:  Geometrie Urbane e Armonie Cromatiche"

Questo progetto fotografico esplora l'interazione tra colore, forma e struttura nelle facciate urbane. Attraverso una selezione di immagini caratterizzate da tonalità vibranti e forti contrasti cromatici, viene raccontata la relazione tra architettura e percezione visiva. Le geometrie essenziali, le finestre simmetriche, le ombre nette e le superfici dai colori audaci trasformano le semplici facciate in composizioni artistiche che evocano un senso di ordine e astrazione.


Biografia

Stefano Gliozzi non solo si è ritagliato una nicchia come illustre fotografo nella sua terra natale, l'Italia, ma ha anche iniziato a fare scalpore nella scena artistica di Oslo. Ciò che distingue Gliozzi è la sua abilità nell'incapsulare momenti di crepuscolo e l'atmosfera notturna. Le sue fotografie possiedono una qualità unica, catturando delicatamente l'essenza malinconica nascosta nei colori dell'oscurità che ammantano il paesaggio urbano come un velo misterioso. Con ogni immagine, invita gli spettatori a esplorare le narrazioni nascoste e le emozioni intrecciate all'interno del vivace ambiente cittadino, affermandosi come un artista degno di essere seguito e ammirato.
Giovanna Alfeo
In te tempora metior
(è in te che misuto il tempo)
Il tempo si imprime IN noi e non SU noi. Il suo passaggio perdura in noi, si stratifica, cresce, edifica conoscenza e storia; spesso in equivoci equilibri tra le pulsioni di vita e di morte.
È IN noi che si legge il tempo, IN noi si misura.
"È in te, spirito mio, che misuro il tempo...È in te, lo ripeto, che misuro il tempo... L'impressione che le cose producono in te al loro passaggio e che perdura dopo il loro passaggio, è quanto io misuro... e questo è dunque il tempo, o non è il tempo che misuro."
( Agostino d' Ippona)
Elaborati in cui il tempo circola senza sosta, dialoga con le vite dei protagonisti creando la loro storia all'infinito


Biografia

Giovanna Alfeo, artista accademica e muralista.
Nasce a Taranto nel 1968. Conclude gli studi artistici, iniziati presso il liceo artistico della sua città, all’Accademia delle Belle arti di Lecce; diplomandosi in pittura. Al suo attivo numerose esposizioni artistiche, tra le più rappresentative in Veneto, Lazio, Toscana, Puglia, Lombardia e Francia e Austria. Murales pubblici e privati, realizzati in diverse regioni d’Italia, completano il suo percorso artistico.
Vincitrice di numerosi concorsi d’arte, ha collaborato, come esperta esterna, in progetti artistici in ambito scolastico e di riqualificazione periferie urbane.  Ventennale esperienza nel settore associazionistico culturale. La sua attività è recensita in diversi articoli giornalistici e radio-televisivi. Diverse sue opere sono presenti in collezioni museali. Progetta e realizza scenografie artistiche per spettacoli teatrali amatoriali; nomination come miglior scenografia FITA Lazio nel 2022 e nel 2023.  Collabora, con la sua produzione artistica, con uno studio di interior design.
Vive in provincia di Roma con attuale studio a Pomezia.
www.alfeo-giovanna.com
www.instagram.com/giovannaalfeo
3728f40723bbc66a7015b2b4b4bca23845701154

facebook
instagram

©2022 - Fag - Design by Monica Bisin